Codice Ateco ecommerce

Codice Ateco: come regolarsi per vendere online

Complice anche la pandemia di Covid-19, l’ecommerce è diventato uno modelli di business più popolari del momento. Nonostante la sua forte crescita, l’aspetto relativo alla regolamentazione e all’inquadramento fiscale continua a generare parecchi dubbi negli aspiranti venditori online. Per fare chiarezza, in questo articolo parleremo del codice ATECO per capire come regolarsi per vendere online. 

Codice ATECO per ecommerce

Iniziare un’attività da liberi professionisti comporta, come nel caso dell’ecommerce, l’apertura di una partita IVA per essere in regola con il fisco.  Quando si apre una partita IVA è necessario indicare, attraverso il codice ATECO, il tipo di attività che intendiamo aprire. 

In parole più semplici, il codice ATECO è un codice alfanumerico che identifica un particolare tipo di attività economica. Nel caso dell’ecommerce e delle vendite online il codice Ateco indicato è il seguente:

47.91.10 – Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet.

 

Questo codice permette il commercio elettronico di prodotti, per articoli fisici o digitali, ma non di servizi personalizzati. Una delle limitazioni principali in questo caso è che non si può proporre la vendita di articoli usati.


Codice ATECO per Amazon e altri marketplace

Cosa succede se vuoi aprire il tuo store online e vendere sui marketplace, come ad esempio Amazon? 

In questo caso è comunque necessario aprire una partita IVA con il codice ATECO sopra indicato. 

Questo codice ATECO identifica il settore dell’ecommerce e consente di operare nella vendita online di prodotti, sia fisici che digitali. Tuttavia, è sempre consigliabile verificare le specifiche del proprio paese o consultare un professionista esperto per confermare il codice ATECO appropriato per la propria attività di vendita ecommerce.


Codice ATECO per Dropshipping

Una delle tendenze più profittevoli in materia di ecommerce è quella del dropshipping, che presenta notevoli vantaggi e risparmi dei costi per i venditori. Ricordiamo che i dropshipper si occupano solo del sito e dell’attività di promozione di vendita online senza gestire la merce stoccata in un magazzino. 

Nel caso del dropshipping si deve utilizzare il codice ATECO per il commercio elettronico che abbiamo visto prima.

Tuttavia, se ci si occupa anche della parte di pubblicità e advertising, potrebbe essere necessario utilizzare il codice relativo al settore del marketing. 


È possibile avere più di un codice ATECO?

Si, è possibile inserire due o più codici ATECO nella stessa partita IVA.

Nel caso si possegga una partita IVA con due codici ATECO differenti bisogna fare un appunto in base al regime fiscale scelto. 

Nel caso del regime forfettario, infatti, ai ricavi ottenuti con le due differenti attività dovranno essere applicati i due coefficienti di redditività previsti. Il coefficiente di redditività è la percentuale da prendere in considerazione sul totale del fatturato per calcolare il reddito imponibile.

Ricordiamo che il regime forfettario, seppur presenti un trattamento fiscale agevolato, risulta limitativo per i venditori professionisti, infatti è applicabile solo se il reddito annuo non supera i 65mila euro. 


Aprire un ecommerce: cose da non dimenticare

Come essere sicuri di non dimenticare niente nella mischia di pratiche burocratiche quando si vuole iniziare a vendere online?

Come fatto già presente, la cosa migliore è affidarsi a un professionista. Tuttavia, per avere un’idea dei passaggi chiave potete consultare questa to-do-list: 

 

  1. Aprire una partita IVA con il giusto codice ATECO: nel caso in cui si voglia vendere su marketplace con sede fiscale fuori dall’Italia o direttamente a privati all’estero, la partita IVA dovrà essere iscritta al VIES, la banca dati delle partite IVA europee. 
  2. Scegliere la forma giuridica in cui intendi operare: partita IVA individuale o società con altre persone, in base al progetto che intendi lanciare. 
  3. Procurarti un indirizzo mail PEC (posta elettronica certificata) e un software per gestire la fatturazione elettronica. 
  4. Presentare la SCIA in comune. Si tratta della comunicazione al Comune di Residenza dell’inizio dell’attività di vendita online. La SCIA deve essere presentata anche nel caso in cui chi vende in un negozio fisico voglia aggiungere la vendita online. E’ un punto da tenere presente per chi desidera avviare un ecommerce di prossimità, o per tutti quegli artigiani che vogliono iniziare a vendere online
  5. Iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di commercio per ottenere il numero identificativo dell’attività. 

Conclusione 

Aprire una partita IVA con un codice ATECO per vendere online significa essere pronti ad affrontare nel modo corretto questo business, pronti a crescere ed anche a fronteggiare possibili imprevisti. L’attività di chi gestisce un ecommerce online è equiparabile alla gestione di una vera e propria azienda. Dovrai, infatti, presentare periodicamente la dichiarazione dei redditi, pagare i contributi e, probabilmente, iscriverti al VIES per vendere all’estero (o su marketplace con sede fuori dall’Italia). Il consiglio è quello di affidarsi a una persona competente che possa seguire il lancio del tuo progetto per vendere online. 

Dopodiché potrai iniziare a vendere online come un professionista e affidarti a SellRapido Manager per un software gestionale ecommerce in grado di automatizzare tutti i processi che non richiedono l’intervento umano.

Articolo aggiornato il 31/08/2023